E’ uscito “Business Profiling”! Il nuovo libro sulla comunicazione non-verbale edito da Accademia di Comunicazione Strategica.
Ho collaborato per la stesura e il mio contributo riguarda l’intero capitolo 11: “Il linguaggio dell’immagine visiva”.
Nel capitolo ho descritto come utilizzare gli elementi visivi per individuare le informazioni utili per conoscere chi abbiamo di fronte, durante un primo incontro e anche nelle successive occasioni.
Le mie considerazioni si basano su nozioni di psicologia dell’abbigliamento e sulle recenti scoperte in ambito neuro-scientifico.
E’ interessante infatti sapere che ciò che scegliamo di indossare, e quindi come preferiamo presentarci, è collegato all’idea che abbiamo di noi stessi, dell’idea che abbiamo degli altri ed è un riflesso della consapevolezza della situazione e del contesto in cui ci muoviamo.
Quando si può dire quindi che “funziona” l’aspetto di una persona, cioè quando può portare un beneficio nella propria comunicazione?
L’aspetto di una persona svolge una funzione sociale e di comunicazione. Quando questo riflette una positiva idea di sé (è possibile attraverso l’abbigliamento avere informazioni sul livello di ego o di autostima) ed è allineato con il contesto e con la situazione, mostra che:
– la persona è consapevole di sé stessa (e questo lo vediamo anche attraverso il grooming personale, cioè la capacità di prendersi cura di sé e degli indumenti e accessori indossati)
– la persona è presente nel suo ruolo, allineata cioè nelle modalità di contatto sociale in base al ruolo, al contesto e alla situazione
– la persona è capace di osservare e di accorgersi dei dettagli, attitudine che sappiamo essere fondamentale nel processo per generare fiducia, perché comunica la possibilità di essere di fronte a una persona attenta
Attraverso l’aspetto possiamo quindi mostrare di essere credibili nel nostro ruolo e che abbiamo consapevolezza e rispetto per noi stessi e per gli altri.
In questo modo possiamo creare una buona base di partenza per costruire un eventuale rapporto di collaborazione, e possiamo utilizzare uno strumento importante per sentirci noi adatti alla situazione e rafforzare le sensazioni di sicurezza.
I benefici sono esauriti? Non ancora. Recenti studi hanno dimostrato che la percezione di cosa indossiamo può attivare i tratti corrispondenti nella nostra personalità grazie allo specifico significato che gli indumenti possiedono per noi. Per esempio, per affrontare un test di matematica indossare una camicia ci porterà a sentirci più concentrati e performanti rispetto alla sensazione di indossare un costume da bagno. Il significato che attribuiamo agli indumenti influisce sul livello di attenzione, sul comfort personale e persino sull’umore. Possiamo scegliere quindi cosa indossare in base a come vogliamo sentirci, vederci e con l’obiettivo di essere efficaci e presenti in ciò che facciamo.
L’abbigliamento diventa in questo modo uno strumento molto interessante per migliorare le nostre performance sul lavoro e per mostrare e attivare le qualità e competenze che riteniamo utili in una data situazione. Esso cambia di conseguenza l’immagine che abbiamo di noi stessi.
Parlerò frequentemente e più in dettaglio di questi temi nell’ambito della Professional Presence e della Executive Presence.